Lacrime laviche, piane calcaree battute dal vento, lande assolate colore del bronzo:ognuna delle isole orna il litorale siciliano come un filo di perle orna il collo di una bella donna. Sono quattordici le figlie della Sicilia - l'isola più grande del Mediterraneo - per non parlare di Mozia che a volte la bassa marea unisce alla costa di Marsala. Quattordici paradisi d'incontaminata bellezza.
PECORINO SICILIANO DOP
Viene prodotto nell’intera regione.
È di forma cilindrica a facce piane o leggermente concave. Il sapore è piccante. La crosta bianca giallognola, con impressa l’impronta del canestro. La pasta è compatta, di colore bianco o paglierino, con un’occhiatura limitata. La pasta, ottenuta da latte intero con aggiunta di caglio di agnello, viene immessa cruda in appositi stampi che conferiscono alla forma dei segni caratteristici; viene quindi sottoposta a salatura per un periodo non inferiore ai quattro mesi. |
PISTACCHIO VERDE DI BRONTE IPG
L’ area di ricade nel territorio dei comuni di Bronte, Adrano e Biancavilla, in provincia di Catania. Il pistacchio verde di Bronte, in guscio, sgusciato o pelato, deve provenire dalle piante della specie botanica “Pistacia vera”, cultivar “Napoletana”, chiamata anche “Bianca” o “Nostrale”, innestata su “Pistacia terebinthus”. presenti negli impianti. In ogni caso il prodotto derivante dalle piante di altre varietà, non appartenenti alla cultivar “Napoletana”, sarà escluso dalla certificazione. Nella preparazione dei terreni, deve essere previsto il livellamento delle superfici, per facilitare il deflusso delle acque, le operazioni colturali e le concimazioni di fondo. Nel territorio i pistacchieti insistono su terreno lavico, con limitatissimo strato arabile. Le operazioni di raccolta, in relazione alle zone di produzione e all’andamento climatico, si svolgono dalla seconda decade di agosto alla prima decade di ottobre. La raccolta avviene manualmente. Entro le 24 ore successive alla raccolta i frutti devono essere smallati meccanicamente onde evitarne l’imbrunimento e l’eventuale contaminazione. Successivamente il prodotto in guscio deve essere immediatamente essiccato alla luce diretta o con altri sistemi d’essiccamento, mantenendo la temperatura del prodotto compresa tra i 40 e i 50 °C, fino ad un’umidità residua del seme di pistacchio compresa tra il 4 e il 6%. Il prodotto essiccato deve essere messo in contenitori nuovi di juta, carta o polietilene ed evitare il contatto con pavimenti o muri, in locali ventilati ed asciutti. Lo stoccaggio può durare fino a 24 mesi dopo la raccolta.
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OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA MONTE ETNA DOP
Viene prodotto nei comuni in provincia di Catania, Enna e Messina. È ottenuto dalla varietà “Nocellara Etnea” per almeno il 65%, possono concorrere le varietà presenti nella zona, la Moresca, la Tonda Iblea, la Ogliarola Messinese, la Biancolilla, la Brandofino e l’Olivo di Castiglione, in percentuali variabili e fino al limite massimo del 35%. Esso è di colore giallo oro con riflessi verdi, odore di fruttato leggero, sapore fruttato con
sensazione leggera di amaro e piccante. |
POMODORO DI PACHINO IGP
Viene prodotto all’intero territorio comunale di Pachino e Porto Palo di Capo Passero e parte dei
territori comunali di Noto (Siracusa) ed Ispica (Ragusa). Tutti i frutti devono appartenere alle categorie merceologiche “extra” e “prima” e devono essere interi, di aspetto fresco, sani (sono esclusi i prodotti affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli inadatti al consumo), puliti, privi di sostanze estranee visibili, privi di odori e/o sapori estranei. La coltivazione del “Pomodoro di Pachino” deve essere effettuata in ambiente protetto ( come serre e/o tunnel ricoperti con film di polietilene o altro materiale di copertura); quando la coltivazione viene effettuata nel periodo estivo la coltura può essere protetta da idonee strutture ricoperte con rete anti-insetto. La tecnica di coltivazione prevede le seguenti fasi: il trapianto si esegue da agosto a febbraio, tranne per la tipologia cherry che si può effettuare tutto l’anno; la densità d’impianto è di 2-6 piante per mq; le piantine devono essere fornite da vivai specializzati ed autorizzati dall’Osservatorio per le malattie delle piante. E’ consentito l’uso di piantine innestate; la forma di allevamento deve essere in verticale, ad una o più branche; durante il ciclo si esegue la potatura verde consistente nell’asportazione delle foglie senescenti e germogli ascellari; è ammessa l’operazione colturale di cimatura; l’irrigazione è effettuata con acque di falda prelevate da pozzi ricadenti nel comprensorio delimitato. |
Acciughe in bagnetto
Acciughe sotto sale: 200 g
Prezzemolo: 200 g Aglio: 1 spicchio Panino: 1 Vino rosso: 1 bicchiere Olio di oliva extravergine q.b. Lavate velocemente le acciughe sotto l'acqua corrente per eliminare il sale superficiale, poi immergetele in una ciotola con acqua e ½ bicchiere di vino per circa 10 minuti. Diliscate le acciughe facendo ben attenzione ad eliminare le spine più grandi. Lavate e tritate con il coltello il prezzemolo dopo aver eliminato i gambi; bagnate il panino nel vino avanzato, strizzatelo, e passatelo al frullatore con il prezzemolo e l'aglio. Sistemate il “bagnetto” verde in un contenitore di vetro e aggiungete le acciughe; girate delicatamente dopo aver bagnato con un filo d'olio, finché non saranno tutte ben immerse nella salsa. A piacere potete aggiungere un pizzico di peperoncino! |
Antipasto di zucchine e alici
Zucchine! 8 fette
Alici: 16 filetti Aglio: 1 spicchio Pangrattato: 3 cucchiai Prezzemolo a piacere Menta a piacere Pinoli: 1 cucchiaio Uvetta: 1⁄2 cucchiaio Pecorino: 30 g Olio extravergine d'oliva q.b. Sale q.b. Tagliate a fette le zucchine e grigliatele, quindi tritate aglio, uvetta, pinoli e prezzemolo e ponetele in una ciotola. Tagliate con le mani le foglie di menta e aggiungetele agli altri ingredienti insieme al pecorino grattugiato, girando più volte. Arrotolate le zucchine dopo averle farcite con un po' di condimento e le alici, quindi infilatele sugli stecchini bagnando con un po' d'olio. Infornate a 180 gradi per 30 minuti, quindi bagnate con un altro filo d'olio e servite subito in tavola. |
Arancini con carne e piselli
Riso: 500 g
Zafferano q.b. Carne macinata: 250 g Piselli: 100 g Olio extravergine d'oliva q.b. Pangrattato q.b. Sale q.b. Pepe q.b. Cuocete il riso in una pentola con abbondante acqua bollente secondo i tempi indicati sulla confezione e aromatizzatelo con dello zafferano, lasciandolo raffreddare per qualche ora in modo che si compatti. Nel frattempo cuocete la carne macinata in abbondante olio extravergine di oliva: verso la fine della cottura aggiungete anche i piselli. Una volta raffreddato il ripieno, prendete una manciata di riso allo zafferano, scavate una piccola conca e riempite con il ripieno, coprite con dell’altro riso e formate una pallina; passate le palline nel pangrattato e poi in forno per 20 minuti a 200 gradi. |
Bavette al pesto con broccoli siciliani
Bavette: 300 g
Broccoli: 350 g Pinoli: 1 cucchiaio Aglio a spicchi: 1 Pecorino: 6 cucchiai Ricotta: 2 cucchiai Olio di oliva extravergine: 2 cucchiai Sale q.b. Lessiamo al dente i broccoli e scoliamoli senza buttare l'acqua di cottura. Nel frattempo mettiamo in un mixer l'aglio, i pinoli, la ricotta e facciamo frullare fino a quando non avremo ottenuto una crema. Nel corso della frullatura aggiungiamo molto lentamente l'olio. Aggiungiamo ora un poco alla volta i broccoli, lasciandoli amalgamare al composto prima di aggiungere gli altri. Versiamo il composto ottenuto in una ciotola ed amalgamiamo al pesto 4 cucchiai di pecorino. Cuociamo la pasta al dente nell'acqua di cottura dei broccoli (ed usarne 2 cucchiaiate per diluire il pesto) e condiamola col pesto. Spolveriamo la pasta con i due cucchiai di pecorino rimasti e serviamo subito in tavola. |
Braciole di pesce spada alla ghiotta
Pesce spada: 600 g
Prezzemolo: 1 mazzetto Aglio: 1 spicchio Sedano: 1 cuore Cipolla: 1 Olive: 150 g Capperi: 50 g Pangrattato: 200 g Pinoli: 50 g Pomodoro pachino: 200 g Olio di oliva extravergine q.b. Basilico: 1 mazzetto Sale q.b. Pepe q.b. Carote: 200 g Tritate finemente un ciuffetto di prezzemolo, il basilico, i capperi e i pinoli. Quindi preparate questi ingredienti assieme al pangrattato, poco olio e acqua una farcia. Ricavate dal pesce spada 12 fettine, battetele leggermente, ponete su ognuno di loro una dose di farcia, poi arrotolatele ad involtino. In una padella fate imbiondire la cipolla con poco olio, l'aglio, il sedano, le carote e le olive, cucinate il tutto per 10 minuti. A cottura quasi ultimata aggiungete le braciole di spada ed il pomodoro tagliato a dadini. Continuate la cottura per ancora 10 minuti. Servite il tutto con ciuffetti d'odoroso basilico. |
Bistecca alla siciliana
Bistecche di manzo: 4
Aglio a spicchi: 1 Olio di oliva extravergine: 3 cucchiai Polpa di pomodoro: 150 g Cetriolini sott'aceto: 1 cucchiaio Sedano: 1 Capperi: 1 cucchiaio Origano q.b. Sale q.b. Pepe q.b. Olive: 50 g Sbucciate lo spicchio d'aglio, schiacciatelo leggermente e mettetelo in padella con l'olio ben caldo. Quando sarà imbiondito, toglietelo e adagiate nella padella le bistecche di manzo. Cuocetele a fuoco vivo per circa 3 minuti, quindi giratele aiutandovi con una paletta e fatele friggere ancora per 2 minuti. Spezzettate la polpa dei pomodori e unitela alla carne; insaporite con un pizzico di sale e una macinata di pepe. Coprite e proseguite la cottura per 2 minuti. Preparate un trito con i cetriolini, il sedano pulito e lavato e i capperi. Denocciolate le olive. Cospargete la carne con un pizzico di origano, le olive ed il trito preparato. Lasciate insaporire la preparazione ancora per 1-2 minuti. Trasferite le bistecche nei piatti individuali e servitele subito in tavola. |
Biancomangiare
Mandorle: 250 g
Latte: 1 dl Zucchero: 200 g Limone: 1 Cannella: 1 stecca Gelatina in fogli: 10 g Acqua: 250 ml Pestate le mandorle sgusciate e mettetele in un sacchetto di cotone. Versate in una terrina l'acqua e immergetevi il sacchetto, lasciandovelo fino a quando l'acqua sarà diventata bianca e densa come il latte. Togliete il sacchetto dal recipiente, strizzatelo con cura e unite all'acqua di mandorle il latte, lo zucchero, la cannella e la scorza di limone tagliata a spirale. Fate ammorbidire i fogli di gelatina in una tazza di acqua fredda. Versate il composto in una casseruola e mettetelo a cuocere a fiamma bassa per 10 minuti, mescolando continuamente. Unitevi la gelatina ben strizzata e fatela sciogliere mescolando con cura. Togliete la scorza di limone e la cannella, versate il biancomangiare in piccoli stampi da una porzione ciascuno, lasciatelo intiepidire e mettetelo in frigorifero per almeno 3 ore. Sformate gli stampini in un piatto eventualmente cosparso di mandorle tritate e servite. |
Brioches catanesi con il tuppo
Farina Manitoba: 250 g
Farina 00: 250 g Zucchero: 75 g Burro: 75 g Sale: 10 g Lievito di birra: 8 g Latte: 175 g Miele: 1 cucchiaino Uova! 2 Arancia: scorza 1 cucchiaino In una ciotola mettiamo la farina, il miele, e il lievito di birra che avremo sciolto con una parte di latte, iniziamo a lavorare l'impasto aggiungendo le uova una alla volta. Impastiamo tutti gli ingredienti con un frullatore per almeno 20/25 minuti, aggiungendo poco alla volta il latte freddo e il sale che avremo sciolto in una piccola parte di latte. A questo punto iniziamo ad aggiungere il burro freddo e procediamo a vellocità bassissima, l'impasto dovrà staccarsi dalle pareti totalmente, capovolgiamo spesso l'impasto, stacchiamolo dal gancio e ricominciamo. L'impasto dovrà presentarsi molto elastico, sarà pronto quando tirando tra le dita un po' di impasto si formerà un velo senza strapparsi. Quindi mettiamo l'impasto a lievitare coperto e riponiamo in frigorifero con tutto il contenitore l'impasto, coprendo con della pellicola fino al mattino seguente. Alla fine capovolgiamo l'impasto sul tavolo di lavoro infarinato, lasciamolo a temperatura ambiente per un'ora senza lavorarlo, poi arrotoliamolo appena e porzioniamo la pasta realizzando delle omogenee pallette e inserendo una pallina più piccola a sulla sommità. Rimettiamo a lievitare (dentro al forno con la luce accesa, comunque ad una temperatura max di 28°) fino al raddoppio delle brioches, poi spennelliamo con un tuorlo e un pò di latte e inforniamo a 190° per circa 25 minuti. |
I Vini
La coltivazione della vite e la pratica della vinificazione, sbarcarono in Sicilia, innanzitutto nella zona
occidentale,coi Fenici, tra il VIII e il VII secolo a.C. La tradizione vitivinicola prese piede nella Sicilia
orientale soltanto più tardi, durante il periodo di colonizzazione greca (VII-VI sec. a.C.)
occidentale,coi Fenici, tra il VIII e il VII secolo a.C. La tradizione vitivinicola prese piede nella Sicilia
orientale soltanto più tardi, durante il periodo di colonizzazione greca (VII-VI sec. a.C.)
Nero d’Avola "Costadune"Gradazione:13,50%
Stile:Di medio corpo e profumato Abbinamenti cibo-vino:Caponata, Grigliata di Carne, Risotto allo zafferano, Scaloppine ai funghi, Arrosto di carne, Tagliata di Manzo, Formaggi di media stagionatura, Pasta all'amatriciana |
Spumante Chenin Blanc Brut MandrarossaGradazione:12,00%
Stile:Frizzante e fresco Abbinamenti cibo-vino:Aperitivo, Spaghetti alle vongole, Formaggi freschi, Antipasti di pesce al vapore, Fritto misto di pesce, Pesce alla griglia, Crostacei, Ostriche, Cozze |
Lumera Rosato Terre Siciliane DonnafugataGradazione:12,50%
Stile:Fruttato Abbinamenti cibo-vino:Antipasti caldi di pesce, Antipasti di pesce al vapore, Verdure in pastella, Spaghetti alle vongole, Formaggi freschi, Pesce alla griglia, Crostacei |
Spumante "Rosé " MillesimatoGradazione:12,50%
Stile:Leggero e fresco Abbinamenti cibo-vino:Aperitivo, Carni Bianche, Verdure in pastella, Crostacei, Ostriche, Formaggi freschi, Tartare-carpaccio pesce |
Vigna di Gabri DOC Sicilia DonnafugataGradazione:13,00%
Stile:Leggero e fresco Abbinamenti cibo-vino:Risotto ai Funghi, Pasta con pesce, Antipasti di pesce affumicato, Cozze, Tartare-carpaccio pesce, Formaggi freschi, Formaggi di media stagionatura, Spaghetti alle vongole |
Grillo "SurSur"Gradazione:13,00%
Stile:Leggero e fresco Abbinamenti cibo-vino:Verdure in pastella, Zuppe, Carni Bianche, Branzino, Fritto misto di pesce, Formaggi di media stagionatura, Antipasti caldi di pesce, Antipasti di pesce al vapore |
Percorso Enogastronomico
La Sicilia non è solo terra d'arte e di mare, ma anche di sapori. In ogni zona di questa terra si trovano specificità uniche, ma anche varianti significative di prodotti diffusi in tutta l'isola, come succede per prodotti simbolo come cannoli e arancine.
Giorno 1: Street food a Palermo Fra i mercati all'aperto, tra cui i famosi Ballarò e Vuccirìa, non potrai evitare di prenderti un pane e panelle o un panino ca' meusa. Il primo è un panino ripieno con una frittatina di farina di ceci. Il secondo, questa volta ripieno di milza e altre interiora di vitello bollite, che si può prendere con o senza copertura di caciocavallo.
Altra tipicità palermitana è lo sfincione, una variante di pizza locale, ti toccherà assaggiare anche arancine, cannoli e cassate, così da poter poi paragonare le diverse varianti in giro per la Sicilia.
Giorno 2: Cous cous alla trapanese A pochi chilometri da Palermo, potrai assaggiare un'altra delle tipicità della cucina sicula. Il cous cous alla trapanese è un regalo dell'eredità araba, che ha lasciato in Sicilia questa preparazione tipica della sua tradizione. Si può assaggiare sia a Trapani che nella pittoresca San Vito lo Capo, dove, tra l'altro, a settembre, si organizza abitualmente la sagra del cous cous. Questo viene preparato con la semola, bollita e sgranata, e condita con brodetto e pezzi di pesce locale. Famoso è anche il pesto alla trapanese, una variante che prevede basilico, pomodoro e mandorle tra gli ingredienti principali.
Giorno 3: Macco di fave ad Agrigento Macinando un po' di chilometri dalle terre trapanesi, si approda ad Agrigento, patria dei templi greci. Originario di queste parti è il macco con le fave, un piatto che consiste in una crema di fave, arricchita con verdura e condita con olio extravergine d'oliva.
Giorno 4: I gusti del barocco Fra i monti iblei e la Val di Noto, oltre ai più fulgidi esempi di arte barocca siciliana, si trovano altri prodotti tipici da non mancare. Sosta obbligatoria per gli amanti del cioccolato è Modica, dove la tradizione cioccolatiera è portata avanti da secoli. Qui la cioccolata è impastata senza burro, utilizzando solo cacao e zucchero, dandole una consistenza particolare ed un sapore unico. Altra specialità del luogo sono gli 'mpanatigghi, paste di carne di maiale e cioccolato di derivazione spagnola, assolutamente prelibate. A Ragusa, invece, dovrai provare le scacce ragusane, focacce ripiene in modi diversi, con pomodoro, melanzane, patate, ricotta o broccoli.
Giorno 5: Il pistacchio di Bronte Diffida dalla imitazioni. Il pistacchio di Bronte si coltiva solo sulle terre di questo comune all'ombra dell'Etna, che qui cresce saporito e unico proprio grazie all'influenza del vulcano siciliano. Per conservare la sua unicità, non viene raccolto ogni anno, e viene lasciato spazio e tempo alla terra per recuperare le proprietà giuste che restituiscono la prelibatezza del prodotto.
Vini Siciliani Forse non è molto risaputo, ma anche la Sicilia ha delle ottime bottiglie e vini doc sul suo territorio. Sono diversi i vitigni autoctoni siciliani che hanno raggiunto la fama grazie al loro gusto. Il Nero d'Avola e il Frappato sono i principali vitigni rossi, che danno vita a vini come Cerasuolo di Vittoria, mentre uve bianche sono la base del Grillo, dell'Inzolia e del Grecanico. Ottimi i vini dolci liquorosi siciliani, come lo Zibibbo, il Marsala e il Passito di Pantelleria, ottimi da abbinare a cannoli e cassate.
Giorno 1: Street food a Palermo Fra i mercati all'aperto, tra cui i famosi Ballarò e Vuccirìa, non potrai evitare di prenderti un pane e panelle o un panino ca' meusa. Il primo è un panino ripieno con una frittatina di farina di ceci. Il secondo, questa volta ripieno di milza e altre interiora di vitello bollite, che si può prendere con o senza copertura di caciocavallo.
Altra tipicità palermitana è lo sfincione, una variante di pizza locale, ti toccherà assaggiare anche arancine, cannoli e cassate, così da poter poi paragonare le diverse varianti in giro per la Sicilia.
Giorno 2: Cous cous alla trapanese A pochi chilometri da Palermo, potrai assaggiare un'altra delle tipicità della cucina sicula. Il cous cous alla trapanese è un regalo dell'eredità araba, che ha lasciato in Sicilia questa preparazione tipica della sua tradizione. Si può assaggiare sia a Trapani che nella pittoresca San Vito lo Capo, dove, tra l'altro, a settembre, si organizza abitualmente la sagra del cous cous. Questo viene preparato con la semola, bollita e sgranata, e condita con brodetto e pezzi di pesce locale. Famoso è anche il pesto alla trapanese, una variante che prevede basilico, pomodoro e mandorle tra gli ingredienti principali.
Giorno 3: Macco di fave ad Agrigento Macinando un po' di chilometri dalle terre trapanesi, si approda ad Agrigento, patria dei templi greci. Originario di queste parti è il macco con le fave, un piatto che consiste in una crema di fave, arricchita con verdura e condita con olio extravergine d'oliva.
Giorno 4: I gusti del barocco Fra i monti iblei e la Val di Noto, oltre ai più fulgidi esempi di arte barocca siciliana, si trovano altri prodotti tipici da non mancare. Sosta obbligatoria per gli amanti del cioccolato è Modica, dove la tradizione cioccolatiera è portata avanti da secoli. Qui la cioccolata è impastata senza burro, utilizzando solo cacao e zucchero, dandole una consistenza particolare ed un sapore unico. Altra specialità del luogo sono gli 'mpanatigghi, paste di carne di maiale e cioccolato di derivazione spagnola, assolutamente prelibate. A Ragusa, invece, dovrai provare le scacce ragusane, focacce ripiene in modi diversi, con pomodoro, melanzane, patate, ricotta o broccoli.
Giorno 5: Il pistacchio di Bronte Diffida dalla imitazioni. Il pistacchio di Bronte si coltiva solo sulle terre di questo comune all'ombra dell'Etna, che qui cresce saporito e unico proprio grazie all'influenza del vulcano siciliano. Per conservare la sua unicità, non viene raccolto ogni anno, e viene lasciato spazio e tempo alla terra per recuperare le proprietà giuste che restituiscono la prelibatezza del prodotto.
Vini Siciliani Forse non è molto risaputo, ma anche la Sicilia ha delle ottime bottiglie e vini doc sul suo territorio. Sono diversi i vitigni autoctoni siciliani che hanno raggiunto la fama grazie al loro gusto. Il Nero d'Avola e il Frappato sono i principali vitigni rossi, che danno vita a vini come Cerasuolo di Vittoria, mentre uve bianche sono la base del Grillo, dell'Inzolia e del Grecanico. Ottimi i vini dolci liquorosi siciliani, come lo Zibibbo, il Marsala e il Passito di Pantelleria, ottimi da abbinare a cannoli e cassate.