A soli 12 km di mare dalla Corsica, 120 dalla Toscana e 185 dall'Africa, la Sardegna è da sempre meta di indiscutibile fascino, a ben vedere definita come i Caraibi italiani. Ed in effetti poco ha da invidiare l'Isola dei Nuraghi alle mete tropicali d'oltreoceano, grazie a luoghi come la Maddalena e la Costa Smeralda, Santa Teresa Gallura e Arzachena, tra gli altri: lunghissime spiagge di sabbia bianca e finissima si alternano a masse rocciose e magnifiche insenature movimentate da cale e isolette. Il bellissimo mare, dai fondali molto profondi, è certo il bene più prezioso dell'isola ma non l'unico. A rendere un mondo a sè questo angolo d'Italia un pò schivo, sono tradizioni millenarie ancora vive tra il fiero popolo sardo. E ancora, un'archeologia unica al mondo, ricca di nuraghi, menhir e tombe giganti e un entroterra non meno affascinante e per certi versi misterioso.
Agnello di Sardegna
Sono tre i tipi di Agnello di Sardegna che vengono commercializzati: il tipo da latte, che deve avere un peso massimo di 7 Kg, il tipo leggero dai 7 Kg ai 10 Kg e infine quello da taglio, dai 10 ai 13 Kg. Sarà impresso sulla carne un logo, che stilizza un agnellino nel quale vengono evidenziati la testa e la zampa. Il contorno avrà la forma della Sardegna. Metodo di produzione – gli agnelli sardi devono essere allevati in un ambiente del tutto naturale: gli ampi spazi esposti a forte insolazione, ai venti e al clima della Sardegna corrispondono perfettamente alle esigenze della specie. L’allevamento avviene prevalentemente allo stato brado. Gli agnelli sono nutriti con latte materno con l’integrazione pascolativa di alimenti naturali ed essenze spontanee peculiari dell’habitat caratteristico dell’isola.
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Pecorino sardo
il sapore è dolce o leggermente acidulo, se stagionato è piccante. Crosta liscia, sottile di colore bianco o paglierino tenue, o in quello stagionato bruno. Pasta bianca tendente al paglierino, morbida e compatta o con rada occhiatura. E’ di consistenza tenera ed elastica. Se la forma è più stagionata la pasta si presenta dura e abbastanza granulosa. Metodo di produzione la pasta ottenuta dal latte di pecora sarda con l’aggiunta di caglio di vitello viene sottoposta a una semicottura prima di essere pressata e salata a secco o in umido. La stagionatura si protrae oltre i due mesi in locali nei quali la temperatura e l’umidità vengono regolarmente controllate
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Crostini con ricotta e bottarga al profumo di agrumi
Ricotta: 100 g
Bottarga di muggine: 40 g Olio d'oliva extravergine: 4 cucchiai Scorza d'arancia q.b. Prezzemolo: 1 mazzetto Sale q.b. Pepe q.b. Crostini di pane: 8 Lavorate la ricotta con una forchetta sino a renderla cremosa e spalmatela sui crostini di pane leggermente dorati, poi salate e pepate a piacere. Mettete abbondante bottarga tagliata finemente con una mandolina su alcune fette, mentre su altre grattugiatela. Condite con olio extra vergine, un po' di scorza di arancio o di limone tagliate con lo zester e disponete in un piatto di portata in ordine sparso, decorate con un poco prezzemolo tritato fine. |
Frittelle di carciofi
Carciofi: 4
Farina: 150 g Prezzemolo: 30 g Aglio: 1 spicchio Limone: 1 Uova: 2 Vino bianco: 3 cucchiai Olio di semi q.b. Sale q.b. Pepe q.b. Pulite i carciofi eliminando le foglie esterne, i gambi e le punte, quindi divideteli a metà e, dopo averne tolto la "barba" al centro, tagliateli a spicchi sottili e immergeteli in acqua e limone per far sì che non anneriscano. Setacciate la farina in una terrina aggiungendovi sale e pepe, infine sempre mescolando inseritevi le uova, il vino, l'aglio e il prezzemolo tritati. Prelevate dall'acqua acidulata i carciofi e sbollentateli per circa un minuto, quindi scolateli e asciugateli per bene tra due canovacci, cercando di eliminare tutta l'acqua. Immergete gli spicchi di carciofi nella pastella e lasciateli riposare. Mentre si impregnano di pastella, mettete a scaldare una padella con olio. Quando sarà ben caldo friggete i carciofi pastellati prima da un lato poi dall'altro, fino a che non saranno ben dorati, infine adagiateli su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso e serviteli in tavola dopo averli conditi con del prezzemolo sminuzzato. |
Culurgiones di patate
Farina: 500 g
Patate: 600 g Pecorino: 400 g Salsa di pomodoro: 300 ml Sale q.b. Strutto: 25 g Aglio: 2 spicchi Menta q.b. Cominciate dalla preparazione della pasta. Impastate la farina insieme allo strutto e all’acqua da versare un po' per volta, in modo da ottenere un impasto morbido. Lavorate l'impasto per alcuni minuti e lasciatelo riposare in un luogo fresco e riparato. Nel frattempo pelate le patate, lessatele alcuni minuti in acqua bollente e schiacciatele mentre in una zuppiera sistemate qualche fogliolina di menta, un discreto quantitativo di pecorino sardo grattugiato e due spicchi d’aglio opportunamente tagliuzzati e tritati. Tirate fuori la pasta, stendetela con il matterello ottenendo una sfoglia sottile. Tagliatela a dischetti del diametro di 8-10 centimetri e al centro di ognuno sistemate con cura del ripieno. Ripiegate e chiudete la pasta, pizzicando sui bordi per chiudere tutti i culurgiones nella modalità più appropriata. A questo punto cuoceteli in abbondante acqua salata, scolateli e sistemateli in una teglia da forno, condendoli con salsa pomodoro e qualche altra cucchiaiata di pecorino grattugiato. Fateli cuocere ancora per una decina di minuti in forno a temperatura bassa, quindi lasciateli raffreddare per alcuni minuti e serviteli in tavola. |
Fettuccine al granchio e ricci di mare
Fettuccine: 300 g
Polpa di granchio: 200 g Ricci di mare: 40 Polpa di pomodoro: 100 g Cipolla tritata: 20 g Peperoncini: 1 Aglio: 1 spicchio Olio di oliva extravergine: 1 cucchiaio Prezzemolo: 1 cucchiaio Sale q.b. Pepe q.b. Sgusciate i ricci, inserite una lama delle forbici nell'opercolo situato nella parte piatta e tagliate verso l'esterno; proseguite incidendo la base lungo tutto il bordo, eliminate la porzione di guscio e con un cucchiaino staccate gli spicchi di polpa, riponendoli in una ciotola con una parte del liquido nei ricci. Sbucciate l'aglio e fatelo appassire per un paio di munuti insieme al peperoncino e l'olio. Eliminateli subito dopo, alzate la fiamma, aggiungete la cipolla e fatela soffriggere per pochi istanti. Unitevi la polpa di granchio e di pomodoro, insaporite con una presa di sale e del pepe. Mescolate e lasciate cuocere per alcuni minuti. Fate cuocere le fettuccine in abbondante acqua salata, quindi scolatele al dente, versatele nella casseruola con il sugo e unitevi la polpa dei ricci con il loro liquido. Rimescolate il tutto, cospargete con il prezzemolo e servite subito ben caldi. |
Gallina al mirto
Gallina: 1
Cipolla: 1 Sedano: 1 costa Carota: 1 Mirto: 1 mazzo Lessate la gallina in abbondante acqua salata in precedenza aromatizzata con la cipolla il sedano e la carota tagliati a pezzi. Quando la gallina sarà ben cotta, scolatela e ricopritela con le foglie di mirto. Avvolgetela poi in un panno da cucina e riponetela in una pentola ben chiusa affinchè la carne possa assorbire l'aroma del mirto. Lasciate a riposare per almeno una giornata, poi eliminate il mirto e servite tagliando la gallina a pezzetti. |
Agnello alla gallurese
Agnello: 1,250 kg
Burro: 100 g Erbette selvatiche: 1 mazzetto Patate: 4 Olive: 50 g Alloro secco: 4 Chiodi di garofano: 2 Sale q.b. Pepe q.b. Tagliate l'agnello a pezzi. Rosolatelo nel burro, rigirandolo da tutti i lati, perchè possa dorarsi. Conditelo con un trito di erbette e aggiungete le patate, sbucciate e tagliate a cubetti. Salate, cospargete di pepe. Dopo qualche minuto bagnate l'agnello con un bicchiere di acqua, quindi incoperchiate e fate cuocere per 30 minuti. Aggiungetevi le olive, l'alloro e i chiodi di garofano. Mescolate dolcemente il tutto, coprite ancora e proseguite la cottura ancora per 20 minuti. Servite ben caldo |
Amarettus
Zucchero: 400 g
Mandorle dolci: 350 g Mandorle amare: 4 Uova: 3 Farina: 20 g Sbollentate per pochi minuti le mandorle dolci e quelle amare, sgocciolatele con un mestolo forato, sbucciatele, adagiatele sulla piastra da forno, fatele asciugare per 15 minuti in forno a 140 °C. Lasciatele raffreddare e pestatele nel mortaio (o utilizzate il tritatutto) fino a ridurle in polvere. Montate in una terrina gli albumi a neve ferma con una frusta, incorporatevi, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto, la polvere di mandorle e lo zucchero. Il composto dovrà risultare omogeneo e morbido. Foderate la piastra del forno con un foglio di carta oleata e cospargetevi la farina. Preparate con l'impasto tante palline non troppo grandi, appiattitele leggermente e adagiatele sulla piastra distanziandole di pochi centimetri tra loro. Mettete in forno a 180 °C e fate cuocere per 20 minuti circa, cioè fin quando gli amaretti saranno ben dorati. Lasciateli raffreddare prima di servirli. |
Casadinas
Farina: 300 g
Olio extravergine d'oliva: 3 cucchiai Ricotta: 250 g Uova: 2 Limone: 1 scorza Arancia: 1 scorza Zucchero: 120 g Zafferano: 1 bustina Burro q.b. Sale: 1 pizzico Disponete 250 grammi di farina a fontana e versatevi il sale e l'olio impastando poi con acqua tiepida, regolandone la quantità in maniera da ottenere un composto liscio e sodo da lasciar riposare per mezz'ora vicino a una fonte di calore. Mescolate quindi la ricotta con due cucchiai di farina, lo zucchero, le uova e le scorze grattugiate del limone e dell'arancia, unendo infine lo zafferano, in modo da ottenere alla fine una crema piuttosto densa. Stendete la pasta sulla spianatoia e ricavatene dei dischi di circa 10 centimetri di diametro da farcire con un cucchiaino abbondante di composto prima di sollevarne i lembi pizzicando la pasta in modo da conferire ai dischi la forma di cestini. Man mano che si realizzano andranno disposti su una teglia da forno imburrata e infine cotti nel forno a 200 °C per circa 40 minuti; al termine della cottura vanno staccati dalla teglia e fatti raffreddare prima di essere serviti. |
I Vini
I vini della Sardegna sono i vini prodotti nell'omonima isola. La Sardegna vanta una tradizione
vitivinicola millenaria e tutt'oggi la viticoltura rappresenta la principale coltura arborea isolana.
vitivinicola millenaria e tutt'oggi la viticoltura rappresenta la principale coltura arborea isolana.
Cannonau "Mamuthone"Gradazione:15,00%
Stile:Corposo e intenso Abbinamenti cibo-vino:Maiale alla brace, Tagliata di Manzo, Gnocchi al ragù |
Carignano del Sulcis "BUIO"Gradazione:13,50%
Stile:Di medio corpo e profumato Abbinamenti cibo-vino:Affettati e salumi, Pasta all'amatriciana, Tagliatelle ai Funghi, Maiale alla brace, Agnello, Formaggi di media stagionatura, Tagliata di Manzo |
Cannonau "Rentiles"Gradazione:14,00%
Stile:Corposo e intenso Abbinamenti cibo-vino:Agnello, Carne Rossa in umido, Selvaggina, Maiale alla brace, Stinco di maiale al forno, Pasta all'amatriciana, Formaggi piccanti |
Vermentino di Sardegna "Ligeja"Gradazione:13,00%
Stile:Fruttato Abbinamenti cibo-vino:Branzino, Pesce spada, Formaggi di media stagionatura, Cozze, Antipasti di pesce affumicato, Ostriche, Antipasti di pesce al vapore, Pesce alla griglia |
Rosato "TAMBE"Gradazione:13,50%
Stile:Leggero e fresco Abbinamenti cibo-vino:Antipasti di pesce al vapore, Antipasti di pesce affumicato, Antipasti caldi di pesce, Fritto misto di pesce, Formaggi freschi, Crostacei, Sushi-sashimi, Tartare-carpaccio pesce |
Cannonau "Gràssia"Gradazione:16,50%
Stile:Corposo e intenso Abbinamenti cibo-vino:Maiale alla brace, Agnello, Risotti, Pasta al sugo di carne, Cannelloni, Carne Rossa in umido, Selvaggina, Formaggi piccanti |
Percorso Enogastronomico
La tradizione pastorale e contadina dell'isola ha influenzato in maniera determinante l'identità culturale e gastronomica della Sardegna. Una terra dal carattere forte e gentile, frutto di innumerevoli intrecci culturali, una varietà di stimoli confluiti nel tempo nell'anima complessa della regione.
Qui, le tradizioni marinare, contadine e pastorali del passato hanno creato una tavola composita e variopinta, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Dall'arte bianca a quella casearia, dalla produzione di salumi a quella vitivinicola.
Cagliari, è ricca di storia e di bellezze architettoniche con un importante passato.
E magari proprio in quest’ultimo fermatevi in uno dei tanti piccoli ristoranti per assaggiare Sa Burrida . È un gustoso piatto a base di pesce presente da secoli nella tradizione enogastronomica popolare dei paesi di mare della Sardegna. Solitamente si mangia come antipasto, ma è in grado di farsi apprezzare anche come secondo piatto.
Anche a Cabras, paese di pescatori, vi presentiamo un piatto a base di pesce o meglio a base di bottarga. Questo prodotto prezioso ed esclusivo, dal sapore intenso e forte, è tipico di diversi paesi del Mediterraneo e deriva dalla lavorazione delle uova del muggine.
Barbagia, regione storica della Sardegna, costituita da aspre montagne, verdi vallate, fitte foreste, lunghi canyon, fiumi e cascate di acqua fresca e pulita. Abbandoniamo i piatti di pesce per farvi scoprire una specialità, non tanto nota, ma veramente saporita quanto semplice e sostanziosa: su Filindeu. È un piatto tipico consumato soprattutto nella zona di Nuoro, nel cuore della Barbagia.
In costa smeralda La specialità tipica di tale zona è la zuppa gallurese.
Si cucina in modi differenti a seconda delle tradizioni del paese. In generale è costituita da alcuni strati di pane secco e indurito, inzuppato nel brodo di pecora e insaporito dal formaggio fresco o dal pecorino stagionato e dalla menta o finocchio selvatico, i quali conferiscono un aroma e un sapore unici e prelibati.
Qui, le tradizioni marinare, contadine e pastorali del passato hanno creato una tavola composita e variopinta, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Dall'arte bianca a quella casearia, dalla produzione di salumi a quella vitivinicola.
Cagliari, è ricca di storia e di bellezze architettoniche con un importante passato.
E magari proprio in quest’ultimo fermatevi in uno dei tanti piccoli ristoranti per assaggiare Sa Burrida . È un gustoso piatto a base di pesce presente da secoli nella tradizione enogastronomica popolare dei paesi di mare della Sardegna. Solitamente si mangia come antipasto, ma è in grado di farsi apprezzare anche come secondo piatto.
Anche a Cabras, paese di pescatori, vi presentiamo un piatto a base di pesce o meglio a base di bottarga. Questo prodotto prezioso ed esclusivo, dal sapore intenso e forte, è tipico di diversi paesi del Mediterraneo e deriva dalla lavorazione delle uova del muggine.
Barbagia, regione storica della Sardegna, costituita da aspre montagne, verdi vallate, fitte foreste, lunghi canyon, fiumi e cascate di acqua fresca e pulita. Abbandoniamo i piatti di pesce per farvi scoprire una specialità, non tanto nota, ma veramente saporita quanto semplice e sostanziosa: su Filindeu. È un piatto tipico consumato soprattutto nella zona di Nuoro, nel cuore della Barbagia.
In costa smeralda La specialità tipica di tale zona è la zuppa gallurese.
Si cucina in modi differenti a seconda delle tradizioni del paese. In generale è costituita da alcuni strati di pane secco e indurito, inzuppato nel brodo di pecora e insaporito dal formaggio fresco o dal pecorino stagionato e dalla menta o finocchio selvatico, i quali conferiscono un aroma e un sapore unici e prelibati.